CASTELLO ULULI'

Nel 2014 avevo organizzato un "Giro Favoloso" una visita di alcuni castelli nei dintorni di Taranto associati ad una progressiva scalata sociale, da servo della gleba a Re ...
Da parecchio tempo ho intenzione di riproporre una nuova edizione (percorso ed idee annesse già su carta) ma il momento non è quello giusto e nel frattempo continuo le mie uscite in solitaria, ripercorrendo ed aggiornando i miei format più classici.
L'obbiettivo di questa uscita era raggiungere il castello di Oria (più volte tappa, trovata sempre chiusa, delle mie pedalate) come il dottor Frederick Frankenstein o forse meglio come il sarcastico Igor ... Non potrebbe essere peggio, la giornata è soleggiata ed anche la temperatura dopo le prime ore (sono partito alle 07:00) è mite.
Percorro la mia usuale traccia verso Oria con molta tranquillità, senza nessuna fretta e una volta raggiunta la meta girovago nel centro storico, inerpicandomi su pendenze spropositate lungo strade lastricate, prendendomi anche il lusso di saltare il caffè.
Il mio giro prosegue verso Manduria, transitando dal Santuario di San Cosimo, ma questa volta senza fermarmi, poi scendendo a Maruggio, ancora più giù verso Campomarino per poi tornare indietro verso Taranto lungo la litoranea.
La cronaca di questi 114 km potrebbe anche esaurirsi qui ...

Ma quando pedalo il cervello si stende come un piano tra l'asfalto e il cielo ed assorbe tutto quello che incontra.
La terra viva, grossolana e al tempo stesso geometricamente perfetta, il profumo che si mischia con l'umido in sospensione e l' Ujjayi Pranayama che porta tutto all'estremo (dire Nirvana mi sembra troppo), incrociare quattro ragazzi di colore con biciclette improbabili, mal vestiti partiti chi sa a che ora, chi sa per quale altro miserabile sfruttamento ... Non siamo tutti uguali, non siamo tutti spacciatori in punta di machete, non siamo tutti stupratori di clochard ... Non siamo tutte donne e non siamo tutti uomini, che siamo? Dimmelo tu! E power lo metti dietro a tutto quello che vuoi!
Il silenzio ovattato dentro la pineta, la foschia che aleggia sull'invaso.
Un inaspettato punto di sosta religiosa lungo la strada che poi non è tanto differente dai cumuli di pietra sepolti dalle preghiere colorate che trovi sulle strade sterrate del Tibet, siamo gli stessi, ancora, la campagna che è sempre piena di vita, di colori e di gente che lavora, instancabile, lo spazio che all'improvviso si apre, finiscono gli ulivi ed hai un senso di serena impotenza davanti ad un niente che invece è tutto.
Resto senza parole e senza una spiegazione quando incrocio un punto in cui sono raccolti degli ombrelli!
L'odore acre ed intenso di un trattore che sparge super stallatico.
Sono talmente abituato alla mia solitudine in bicicletta che ormai non ci faccio più caso però incontro i primi ciclisti quando arrivo a Campomarino (dopo 75 km!!) loro sono fermi a quel bar all'angolo dove io non mi fermerò mai più, vado avanti, mi affaccio sul porto per una telefonata e fare qualche conto sull'ora di arrivo a casa.
Pedalo già pensando alla prossima uscita.

la terra geometrica
foschia sull'invaso
come in Tibet
di colori e di gente
ombrelli
lungo strade lastricate
Castello Ululì
fare qualche conto


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