L' ALBA DEI MORTI VIVENTI

119 - Una storia si può anche raccontare al contrario ... Primo Novembre è passato quasi un mese, guardo la ruota posteriore sgonfiarsi lentamente, sorseggiando la mia prima birra antimeridiana.
E' stata una gran bella pedalata!
Sto pedalando su via Brigantini, sono a qualche centinaio di metri da Lido Bruno e sento lo sbuffo dell'aria che esce dalla ruota, per fortuna sono vicinissimo a casa, perché proprio non mi va di cambiare la camera d'aria proprio ora.

108 - Sul dosso di Porto Pirrone forzo l'andatura, da lontano avevo puntato una podista e mi sono prefissato che sarebbe stato forte raggiungerla e superarla prima della fine dello strappetto, ci riesco ma per poco! E' da Torre Sgarrata, dove ho preso l'ultimo gel che mi restava da questa estate, che pedalo con le gambe più doloranti del solito, il vento che si oppone e il traffico di una soleggiata giornata di festa in pieno orario di aperitivo. 

84 - Quando mi lascio alle spalle la tenuta d'Ayala e l'ombra della pineta, mangio un mezzo panino (cazzo ma sono a Campomarino), l'aria è più calda e le bandiere della pace mi sventolano in faccia, il mare cristallino si disperde piatto e lucido alla mia sinistra.

76 - Esco dall'abitato di San Pietro in Bevagna, e per non so quale allineamento planetario non incontro nessun ciclista in senso inverso ... il mio sguardo si tuffa, anche se con uno slancio maggiore rispetto all'andata oltre la macchia, scivola sulla sabbia dorata lasciando invisibili impronte di piacevoli sensazioni per poi sparire nel mare, in un moto continuo che cerco di armonizzare con il mio respiro.

67 - Ho da poco superato il cimitero di Avetrana e sono in un uliveto sottoposto alla sede stradale per un bisogno fisiologico quando ad un tratto un tono di voce femminile mi chiede "Tuto bene?" resto pietrificato per qualche secondo che mi sembra infinito, mentre la voce, lentamente assume la sagoma di una ciclista da strada che attraversa il mio campo visivo, quando i nostri occhi dietro gli occhiali collimano gli rispondo "Si, sto facendo la pipì!!" il suo volto si riempie di un sorriso "Ok allora". Alle sue spalle spuntano successivamente due ciclisti. Finito il mio bisogno mi rimetto in sella e raggiungo i tre, quando sorpasso la ciclista la ringrazio per l'interessamento, lei sorride di nuovo, poi la strada inizia a scendere verso il Chidro e io mi faccio rapire dalla discesa.

62 - Sono venuto ad Avetrana per le uova di Olivieri. Quando la signora apre la porta di casa mi riconosce subito ... "Ciao come stai?" alla fine non si fa pagare l'uovo, "Voglio regalartelo io, dai poi la prossima volta!!" la cosa ovviamente mi prende benissimo, e l'uovo come al solito è sensazionale.

51 - Sono alla Salina Monaci e decido di passare lungo il sentiero di sabbia, non ci sono bagnanti e i fenicotteri non sono ancora arrivati, mi godo con prudenza il paesaggio.
Qualche foto sotto la torre e poi una pausa sulla mia terrazza sul porto, dove hanno però messi la statua del Cristo Redentore di Torre Culimena ... che dispiacere ... e che brutta situazione mi trovo ... No ma così no, No, così no ... Aspita, così non sei Ziu Belo, sei un Ziu Belo di merda!


47 - Sosta al Chidro e successivamente lungo la strada verso Torre Colimena incrocio a poca distanza due mega gruppi di ciclisti, il primo con circa una ventina di persone ... Il secondo a colpo d'occhio con oltre quaranta! Io invece, fin qui da solo, silenzioso, felice.


37 - Sono le 08:00 e sono arrivato a Campomarino, i chioschetti sono ormai chiusi, Sandrino non ha ancora aperto, Brunetti ormai è smobilitato, mi devo fermare al bar dell'angolo. Prendo un caffè e un saccottino al cioccolato. Ma più che un saccottino mi sembra una bustina del te usata e ri/usata. Malgrado i molteplici passaggi nel microonde la pasta è cruda, collosa lo apro a fatica con le mani, la cioccolata sembra un blob. Non lo posso mangiare e non lo devo restituire, lo butto via ... Un bar non devee servire prodotti del genere, punto ... Panna e Cioccolato, adios!

18 - Faccio qualche foto giù a Baia Serrone e poi su una solitaria sedia di plastica alla Torretta.



00 - L'alba dei morti viventi, aspettavo il cambio dell'ora per uscire ancora più presto, infilando nelle gengive i denti da vampiro, spiegare le mie membrane nere da pipistrello ed iniziare a puntare l'alba a tutta velocità, senza prendere fuoco, senza disintegrarmi ma dissolvendomi e ricomponendomi ad ogni pedalata in una traiettoria difficile da decifrare, lontano dai morti che popolano le strade, lontano dalle zucche vuote, lontano dalle ombre che il giorno mi butta addosso.







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